Il naufragio della bona brava

immagine Il naufragio della bona brava


Una mattina di meta' settembre del 1962

alle 4,45,quattro mascalzoncelli di 15 -16 anni

Salvatore, Maurizio,Giorgio,e Armando armati

di encomiabile coraggio cometterono l'ennesima

bravata.Sfidarono Nettuno il Dio del mare a bordo

della loro barca sistemata di fortuna e aquistata da

un vecchio pescatore che l'aveva ormeggiata alla

foce del fiume foglia,si trattava di una vecchia

''battana''(barca da lago) priva di chiglia.Decidono

quella mattina di prendere il largo pur con parere

contrastante di un vecchio pescatore seduto sul

molo,cosicche' a furia di remare e spiegando la

vela artigianale,orientandosi col timone smontabile

colegato ad un manubrio improvvisato raggiunsero

circa le due miglia dalla costa,e provarono un po'

a pescare,ma il mare improvvisamente da un po'

increspato che era comincio' a gonfiarsi sempre piu'.

I quattro cominciarono a lottare col mare e col destino,

si accorsero che girare la prua verso terra e incominciare

a remare per riavvicinarsi serviva a poco inoltre la

piccola imbarcazione era insufficente a tenere anche

perche' era priva di chiglia.Furono momenti di vera

disperazione e temettero di annegare finche' cominciarono

a puntare con tutte le loro forze verso riva,c'era chi remava

con le mani,chi buttava fuori l'acqua con il secchio,chi stava

di vedetta per vedere la costa in quel turbinio di onde

anche perche' erano solo le 10,30 ma, in quelle condizioni

perdettero il senso del tempo questo gli costo' pur remando

un allontanamento di altre tre miglia dalla costa.Alla fine

quando riuscirono per miracolo ad arrivare un po' piu'

vicini a circa due miglia dalla costa combattendo con delle

onde alte circa due metri,con mare molto increspato e onda

corta,con fortissime raffiche di vento furono sballottati da

un gorgo tremendo e nel tentativo di riportare la prua rompionda

vennero investiti in pieno lateralmente da un'ondata terribile

e la ''Bona Brava'' si ribalto'.I quattro marinaretti finirono in mare,

uno di loro si rifugio'sotto la barca e tremava di paura cercando

di riprendere fiato.Tra la paura,gli urli e i flutti si chiamavano

l'un l'altro cercando di salvarsi ma l'urlare del mare non li facilitava

ad un certo punto i tre che sapevano nuotare molto bene aiutavano

a uscire da sotto la barca capovolta Armando detto l'armandino

per via della sua piccola statura ed incomiciarono ad avviarsi

verso terra ma la furia del mare era contrastante sicche' facevano

nuotando dieci metri avanti e sette indietro,dopo qualche ora di

nuoto allo stremo delle forze credettero di morire di freddo o

annegati ma all'improvviso qualche santo gli aiuto' perche' giunti

a circa un miglio dalla costa si agrapparono a due boe delle nasse

per catturare le seppie.Dopo un po' un peschereccio li noto'

anche perche' i pescatori del porto dettero l'allarme con quel mare

''Chi ragazz e' da stamatena chi'e' scapet vara c' ora cle' ie afughe't.''

Il peschereccio allarmo' la capitaneria di porto che li trasse in salvo.

I quattro ragazzi Salvatore ,Maurizio,Giorgio e Armando,capirono

dopo quel giorno che con il mare non si scherza e li portarono

stima e rispetto.Fu' un avventura che non si scordarono piu' ed

anche se oggi due di loro non ci sono piu'perche' scomparsi

tragicamente molti anni dopo rimane il ricordo in Maurizio

mio padre e Armando di quel mitico giorno,dall'alba al tramonto

nel mare di Pesaro.